All’indomani del record sui 100 strappato a Pietro Mennea nel meeting di Madrid, il brianzolo racconta i motivi dell’exploit e l’importanza dell’approccio di Salvino, il padre-allenatore. “In Italia si allena la velocit¨¤ come negli Anni Ottanta. Noi lavoriamo con meno carichi e pi¨´ qualit¨¤ e i risultati arrivano. Il tatuaggio della Sardegna? Un patto noi Tortu”
e scarpe le ha ritrovate. Venerd¨¬ sera a Madrid, nella concitazione del post-9”99, Filippo Tortu si era diretto all’antidoping scalzo. Flavio Di Giorgio, il preparatore, ha impedito che il nuovo primatista italiano dei 100 si dovesse presentare cos¨¬ anche al ristorante. ”Qualche tapas e un buon piatto di carne con i familiari e lo staff”, racconta il 20enne che dopo 39 anni ha battuto il 10”01 di Mennea. “Alle due e mezza ero gi¨¤ a letto”.
A che ora ha preso sonno?
?Alle 2.31 stavo gi¨¤ dormendo?.
E svegliarsi la mattina dopo un 9”99, com’¨¨?
?Se devo essere sincero, se non ¨¨ uguale a prima poco ci manca. Credo di non aver realizzato ancora del tutto”.
Eppure deve aver ricevuto un bel po’ di messaggi che possono aiutarla.
“Tantissimi, e mi hanno fatto davvero piacere. A iniziare dal tweet della mia Juve, passando per quelli dei compagni di classe, degli amici, di Gianmarco Tamberi, di Collio, degli altri ragazzi dell’atletica. A ogni modo s¨¬, un po’ mi fa strano quello che ¨¨ successo”.
Cosa le fa strano?
“Pensare al tempo sui 100 con un 9 davanti invece che con un 10. ? un po’ come quando cambia l’anno: fino a febbraio quando scrivi la data metti 2017, ma sei gi¨¤ nel 2018. Pi¨´ che ai record, io ho sempre puntato a migliorarmi. Ora per farlo dovr¨° mettermi ben in testa quel nove”.
Ha rivisto la gara?
“S¨¬, ma non l’ho analizzata, non credo che lo far¨°. Rester¨¤ archiviata come una buona gara. Anzi, fantastica. Ma ora penso ai Giochi del Mediterraneo di Tarragona e a Berlino”.
Ha avuto la sensazione che avrebbe potuto fare perfino meglio?
“In semifinale s¨¬, avrei potuto andare pi¨´ forte. Per la finale direi che ci si pu¨° accontentare”.
Da bambina Sofia Goggia scriveva di voler vincere l’oro olimpico in discesa. Il bambino Filippo Tortu cosa scriveva?
“La stessa cosa. Scrivevo di voler vincere l’oro olimpico sui 100. Ora per¨° so che ¨¨ impossibile”.
Impossibile?
“Beh, uno si allena per quello, ma crescendo si rende anche conto della situazione in cui vive. Realizzare quel sogno ¨¨ molto, molto difficile”.
Venerd¨¬ sera ha detto che questo record appartiene pi¨´ a Salvino Tortu che a Filippo. Ci pu¨° spiegare perch¨¦ secondo lei suo padre ¨¨ un tecnico cos¨¬ rivoluzionario?
“In Italia si allena la velocit¨¤ come negli Anni Ottanta. Gli sprinter che non lavorano cos¨¬ si contano sulle dita di una mano. Pap¨¤ porta un’idea nuova. Di rivoluzionario non ha tanto il metodo, ma un concetto. Lui ¨¨ restio a farmi fare tante gare. Lui punta sulla qualit¨¤, su un lavoro tecnico minuzioso. Hanno provato a dirgli che sbagliava, che il suo approccio non era redditizio. Gli dicevano che preservandomi non sarebbero arrivati i risultati. ? andato controcorrente. Questo risultato ora pu¨° permettere ad altri allenatori di seguirlo. Non dico che gli altri approcci siano sbagliati, semplicemente quello di mio padre ¨¨ diverso”.
Meno gare, quindi.
“E meno quantit¨¤ di lavoro in allenamento. Oltre a una tecnica di corsa curata in maniera meticolosa”.
Che ruolo ha Flavio Di Giorgio?
“L’ho conosciuto casualmente, tramite un’amica di mia cugina. Mi segue negli aspetti tecnici della pesistica”.
Mamma Paola ha un ruolo nel suo essere atleta?
“Mamma ¨¨ importante per Filippo come persona, che poi ¨¨ la stessa che corre. Io sono testardo, di solito non chiedo aiuto se qualcosa nell’atletica va male, tendo a tenermi tutto dentro e a risolvere”.
E suo fratello Giacomo?
“? una delle persone pi¨´ importanti. Mi ha aiutato a maturare, abbiamo un bellissimo rapporto. ? il primo che ho abbracciato dopo il 9”99”.
Suo padre ha raccontato della lavagna in cameretta, con i centesimi che mancavano a scendere sotto i 10”. ? cos¨¬?
“Non smentisco, ma non voglio buttare benzina sul fuoco. No comment”.
Non ¨¨ che ne ha un’altra con i centesimi che mancano al 19”72 sui 200 di Mennea?
“Davvero, su queste cose sono in silenzio stampa”.
Perch¨¦ si ¨¨ tatuato la sagoma della Sardegna sul fianco?
“Sono molto legato alla terra di origine della mia famiglia. Alla base di tutto c’¨¨ un patto tra me, mio fratello Giacomo e mio padre, che per¨° non va rivelato”.
Anche loro hanno lo stesso tatuaggio?
“Mio fratello s¨¬. Mio pap¨¤ odia i tatuaggi, ma alla fine si ¨¨ fatto un piccolissimo stemma di Tempio Pausania, la sua citt¨¤”.
L’anno scorso diceva che non avrebbe cambiato niente della sua vita. Ora?
“Do la stessa risposta. ? cambiato molto, ma sono felice”.
Simone Battaggia
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