Maratona di Boston n. 126: doppietta keniana con Chebet e l’olimpionica Jepchirchir
Il fascino della maratona di Boston. La grande classica delle 42 km, col suo percorso spacca gambe, celebra l’edizione n. 126 (la prima risale al 1897) con oltre 28.000 partecipanti, dopo tre anni torna nella tradizionale collocazione primaverile del terzo luned¨¬ di aprile (Patriots’ Day) e con un cast che, grazie anche allo slittamento di Londra a ottobre, presenta molti dei migliori specialisti mondiali. Contenuti tecnici e spettacolo, insomma, sono come e pi¨´ di sempre di prim’ordine. I vincitori, Evans Chebet (2h06’51”) e la campionessa olimpica Peres Jepchirchir (2h21’02”), sono keniani. Lui ¨¨ allenato da Claudio Berardelli, entrambi sono gestiti da Gianni Demadonna. Ma i copioni delle gare sono molto diversi.
Gli uomini
¡ªTra gli uomini, fino al 35¡ã km, bench¨¦ i ritmi non siano modesti (1h03’24” alla mezza), succede poco o nulla, a parte qualche estemporaneo allungo dello statunitense CJ Albertson, come gi¨¤ nell’edizione dell’ottobre scorso. In testa c’¨¨ un gruppo di 15 atleti, praticamente tutti i favoriti compresi. Ma Chebet, in ottobre quarto a Londra, subito dopo la fine della Heartbreak Hill, attacca deciso e praticamente fa il vuoto. Per qualche centinaio di metri gli resiste il tanzaniano Gabriel Geay, poi resta solo. E scappa via. Al 40 ¡ã km ha un vantaggio di 18” sui connazionali Lawrence Cherono e Benson Kipruto, gli ultimi vincitori (nel 2019 e nel 2021). Cherono sar¨¤ secondo in 2h07’21”, Kipruto (a sua volta atleta della coppia Berardelli-Demadonna) terzo in 2h07’27”. Chebet, negli ultimi 7 km, vola a una media inferiore a 2’50”, fa la seconda mezza come la prima (1h03’25”) e firma il terzo miglior tempo nella storia dei vincitori della gara. La tripletta keniana mancava dal 2012. Gli Stati Uniti fanno festa con Scott Fauble, 7¡ã in 2h08’52”. Delude l’atteso Geoffrey Komworor, 18¡ã in 2h11’49”. All’indomani dell’impresa del brasiliano Daniel do Nascimento, domenica terzo a Seul in 2’04”51, miglior prestazione di sempre di un non africano, la maratona ¨¨ sempre pi¨´ terreno di caccia degli atleti del Continente Nero.
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Il vincitore
¡ªPer il 33enne Chebet (1.70 x 54 kg), alla quindicesima maratona della carriera, ¨¨ il primo successo in una Major (era stato terzo a Berlino 2016). Ma, a parte il ritiro nell’unico precedente a Boston (2018), in altre dodici occasioni era stato tre volte primo, sei secondo, una terzo e due quarto. Tra i successi quello di Valencia 2020 in 2h03’00”, settimo uomo di sempre e tra le seconde piazze quella di Milano 2019. Insomma: un atleta pi¨´ che affidabile. Con tanti legami con l’Italia, tanto che la sua prima apparizione internazionale risulta essere quella del 6 agosto 2011, secondo alle Dieci Miglia del Garda, a Gargnano.
Le donne
¡ªDi sviluppo ben diverso la prova femminile. Gi¨¤ al 15¡ã km guida un quartetto composto da due keniane (con la Jepchirchir c’¨¨ l’altra grande favorita della vigilia, Joyciline Jepkosgei, in autunno regina di Londra con 2h17’43”) e da due etiopi (Dagitu Azimeraw, seconda a Londra con 2h17’58” e Ababel Yeshaneh). La Azimarew resiste non pi¨´ di un paio di km. Le altre tre (1h09’41” a met¨¤ strada) rimarranno insieme fino al 36¡ã km. Quando a cedere ¨¨ la Jepkosgei. Il confronto Jepchirchir-Yeshaneh ¨¨ entusiasmante, uno dei pi¨´ belli visti a questi livelli. Il miglior modo per celebrare l’edizione n. 50 al femminile della prova sulle strade del Massachusetts. Le due, nel pieno della sfida, verso il 40¡ã, km si scambiano la borraccia dell’acqua. La Jepchirchir attacca, guadagna una decina di metri, ma ¨¨ ripresa. La Yeshaneh, atleta gestita da Federico Rosa, con azione pi¨´ elegante e composta, si riporta in testa. All’ingresso della penultima curva, sbaglia direzione. Per¨° non molla. Se non nel finale, in Boylston Street, in vista del traguardo. Il terzo affondo dell’olimpionica ¨¨ decisivo. Peres chiude in 2h21’01” (fino al 25¡ã km il primato della corsa di 2h1959” pareva traballare), con 4” di margine sulla Yeshaneh. Terza, come in ottobre, finisce la keniana Mary Ngugi (2h21’32”) , quarta a 8” la connazionale Edna Kiplagat, due ori mondiali, cinque figli e quarantadue anni. La britannica Charlotte Purdue ¨¨ nona in 2h25’26”.
La vincitrice
¡ªDifficile a questo punto contraddire chi sostiene che la Jepchirchir (1.60 x 43 kg), 30 anni compiuti in settembre, ex allieva del torinese Gabiele Nicola, sia la miglior maratoneta del momento. In otto mesi ha vinto i Giochi, New York e Boston. Come mai nessuna prima. A questi successi aggiunge quelli di Valencia 2020 (in 2h17’16”, quinta all-time) e di Saitama 2019. Non male considerando che ha all’attivo una sola altra maratona, quella di Londra 2015, quando si ferm¨° dopo aver svolto il ruolo di lepre. Per non dire delle mezze: due volte iridata (2016 e 2020), il suo 1h05’06” del 2017 ¨¨ valso quale record del mondo. Un fenomeno.
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