Il presidente federale Alfio Giomi, in attesa delle gare dell’ultima giornata (con Yeman Crippa nei 10.000, la finale della 4x400 maschile e Luminosa Bogliolo nella semifinale dei 100 hs), traccia un bilancio dell’avventura tricolore a Doha 2019. Ed ¨¨ un bilancio lusinghiero, giustificato soprattutto dal confronto con il recente passato. Un po’ meno pensando invece a quello che avrebbe persino potuto essere e non ¨¨ stato e ai modesti piazzamenti nel medagliere e nella classifica a punti. Ma l’Italia, finisca come finisca, avr¨¤ comunque un numero di finalisti almeno uguale a Mosca 2013 (sei) e superiore a Pechino 2015 (quattro) e Londra 2017 (due). Ed ¨¨ finalmente tornata ad essere protagonista anche all’interno dello stadio.
IL BILANCIO
Giomi promuove l'Italia: “La crescita dell’atletica azzurra ¨¨ reale”
Il presidente federale a 360¡ã: “Abbiamo confermato i risultati degli ultimi mesi: le staffette simbolo di un movimento in fermento”. Il confronto col recente passato ¨¨ lusinghiero, ma medagliare e classifica a punti piangono. “I 65 convocati? Non tornerei indietro”
Presidente, com’¨¨ andata? “Abbiamo verificato che la crescita della Nazionale ¨¨ reale, palese e che i risultati conseguiti nei mesi scorsi a tutti i livelli non sono stati casuali”.
Chi o cosa sceglie quale simbolo della spedizione?
“Il comportamento delle staffette, da sempre il termometro di un movimento: due in finale con il pass per i Giochi di Tokyo, due al nono posto e quindi prime escluse dall’atto conclusivo e una al decimo. Con record italiani per entrambe le 4x100. Insieme alla Giamaica siamo stati l’unico Paese ad aver qui qualificato tutte e cinque i quartetti. E pensando all’Olimpiade del prossimo anno, ranking alla mano, non ¨¨ irrealistico credere che potremo ripeterci”.
Medagliere e classifica a punti, con l’Italia per ora al 29¡ã posto in ambo i casi, per¨° piangono...
“Non credo sia necessario ricordare la globalit¨¤ del nostro sport: in attesa degli ultimi risultati, ci sono gi¨¤ 40 nazioni presenti nel medagliere e 66 nella classifica a punti. Con tanto di cappello a chi riesce ad avere atleti capace di correre cinque-sei turni al massimo in una settimana... La strada che abbiamo intrapreso ¨¨ quella giusta, ma siamo ancora lontani dalla meta. Siamo soddisfatti, consapevoli per¨° ci sia moltissimo da fare. In ogni caso so da dove siamo partiti e dove siamo oggi: abbiamo una squadra diversa”.
Cosa replica a chi sostiene che aver portato 65 atleti, mai cos¨¬ tanti, sia stato un errore, visto anche che il 67% di chi ha affrontato turni o qualificazioni (24 su 36) ¨¨ stato subito eliminato?
“Non tornerei indietro. Da quando, un anno fa, il d.t. Antonio La Torre si ¨¨ insediato, abbiamo parlato di macrostagione, con partenza dai Mondiali di staffette di Yokohama nel maggio 2019 e arrivo all’Olimpiade di Tokyo nel luglio-agosto 2020. Per Doha s’era deciso per una partecipazione la pi¨´ larga possibile. E si tenga conto che abbiamo tagliato met¨¤ degli invitati coi target number (tra gli altri il discobolo Di Marco, il giavellottista Fraresso, la mezzofondista Zenoni e la siepista Mattuzzi, ndr). Perch¨¦ avremmo dovuto lasciare a casa chi si era meritato la convocazione sul campo? ¨¨ anche un segno di rispetto e di riconoscenza per le societ¨¤ sparse sul territorio, senza le quali non esisteremmo. Poi ¨¨ chiaro che invece, a Tokyo, avremo una formazione ristretta, figlia di una selezione di qualit¨¤”.
Qual ¨¨, infine, il giudizio “politico” del momento?
“Eccellente: la presenza per due giorni del ministro Spadafora ci ha onorato. Ha dimostrato una sensibilit¨¤ non comune. Gi¨¤ marted¨¬ mattina ci incontreremo di nuovo per definire i passi per la candidatura di Roma agli Europei 2024. Vorremmo arrivare a far s¨¬ che sia forte al punto che la Eaa, che sar¨¤ in citt¨¤ il 16-18 ottobre con la propria commissione di valutazione, ci possa assegnare la manifestazione d’ufficio, senza il bisogno di un confronto con altri (al momento sarebbero il lizza anche G?teborg, Minsk e la regione polacca della Slesia, ndr)”.
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