la trattativa
Auto cinesi con sistemi multimediali italiani: la richiesta del governo Meloni
Le auto cinesi prodotte sul territorio nazionale dovranno avere sistemi multimediali fabbricati interamente in Italia. Secondo l'agenzia americana Bloomberg sarebbe una delle condizioni poste dal governo Meloni nelle trattative per portare un costruttore di Pechino nel nostro Paese. La scelta, riconducibile a questioni di sicurezza informatica, prevederebbe anche che il trattamento dei dati rilevati da questi sistemi venga effettuata in loco. Uno degli obiettivi ¨¨ sicuramente quello di evitare un caso simile a quello di Tiktok, sanzionata dall'Europa per il mancato rispetto di alcune norme Gdpr e pi¨´ volte al centro di indagini per le modalit¨¤ di gestione dei dati generati dagli utenti. Ma dietro alla richiesta si cela anche la linea adottata dal governo fin dall'inizio dei negoziati. "Il ministro Urso ha presentato la necessit¨¤ che qualunque investimento straniero nella fattispecie cinese, dovr¨¤ per una buona parte utilizzare componenti di origine locale" aveva detto il presidente dell'Anfia, Roberto Vavassori, a Gazzetta Motori. Quota che, sempre secondo Bloomberg, si aggirerebbe intorno al 45%.
componentistica italiana
¡ª ?Oltre ai sistemi multimediali citati da Bloomberg, si parla di freni, pistoni, bielle, fino ad arrivare ai sistemi di elettronica, oggi circa l'80% del valore di un'auto. In Italia, secondo gli ultimi dati Anfia del 2023, le aziende di questo settore sono 2.167. Contano colossi come Brembo, Marelli e Pirelli e hanno un fatturato complessivo di 55,9 miliardi di euro. Insieme formano un ecosistema industriale attraente per le case straniere in un paese che, al momento, ha un unico marchio, si parla del mercato di massa, che produce sul territorio nazionale. Nel primo semestre del 2024, i numeri di Stellantis?registrano di un calo del 25,2%. Un totale di 303.510 veicoli, incluse le auto, usciti dagli stabilimenti di Pomigliano, Cassino, Melfi e Mirafiori nel periodo da gennaio a giugno che non basterebbero a raggiungere gli obiettivi posti dal governo di superare il milione all'anno entro il 2030. Da qui ¨¨ partita la ricerca del secondo costruttore da affiancare a Stellantis.?
costruttori esteri
¡ª ?L'opzione principale, per attrarre investimenti esteri, ¨¨ stata, da subito, la Cina. Negli ultimi vent'anni la Repubblica Popolare ha incrementato la sua produzione da 2 milioni a 30 milioni di veicoli all'anno e, al momento, ¨¨ leader nel settore del 100% a batteria. Sono pi¨´ economici di quelli della concorrenza e in Cina rappresentano, insieme alle auto ibride, circa la met¨¤ del mercato. A met¨¤ giugno, per¨°, l'esito dell'indagine europea avviata ad ottobre 2023 ha dato il via ai dazi provvisori proprio su questa categoria. Secondo l'Ue e gli Stati Uniti, Pechino avrebbe sovvenzionato l'industria automotive con incentivi statali creando cos¨¬ una situazione di concorrenza sleale. Adesso, per aggirare i dazi, ¨¨ corsa tra i marchi cinesi per stabilirsi in Europa. La prima casa ad annunciare il suo arrivo ¨¨ stata Byd, che produrr¨¤ le proprie auto in Ungheria. Sul tavolo del governo, i costruttori cinesi dovrebbero essere tre. La pi¨´ quotata ¨¨ Dongfeng, poi c'¨¨ Airways e la stessa Byd. Ma le trattative sono segrete e per capire chi far¨¤ concorrenza a Stellantis bisogner¨¤ aspettare.
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