Make Way, il film che celebra le surfiste e che potrebbe cambiare la cultura del surf

Si intitola?Make Way?ed è un film dal significato forte, ma che non ha per niente l’aria di essere un’accusa contro la supremazia maschile nell’ambito del surf. Tutt’altro. ? uno spunto per aprire un dialogo e affrontare tale predominio in termini numerici, valorizzare le surfiste e creare un ambiente sempre più inclusivo tra le onde. Lo ha girato in Australia Abby Hyndman: cresciuta sulla costa orientale del Canada, a Prince Edward Island, ha iniziato a fare surf nella tarda adolescenza a Lawrencetown, in Nuova Scozia, dove racconta che le surfiste sono sempre state in inferiorità numerica rispetto agli uomini.?

Anche dopo il viaggio in Australia, con sua grande sorpresa, i numeri non sono cambiati. “Il più delle volte - racconta a SurfGurl Mag - soprattutto negli spot più impegnativi, ero una delle poche surfiste donne su più di 100 persone in acqua”. Sono state queste esperienze a spingere Hyndman a realizzare questo film, non solo per richiamare l’attenzione sul predominio maschile nel surf, ma anche per celebrare la straordinaria comunità di surfiste incontrate in Australia e per incoraggiare sempre più donne a cavalcare le onde.

INTIMIDAZIONI MASCHILI?

La regista racconta di non aver avuto a che fare con esperienze eccessivamente sessiste o intimidatorie da parte dei surfisti. Episodi spiacevoli di questo tipo, però, esistono anche nel surf e il problema deriva dalla netta inferiorità numerica delle donne e dal modo in cui la cultura del surf si è evoluta attorno a tutto ciò. Per questo dice Hyndman: “La mia intenzione con questo film non è puntare il dito contro la comunità maschile nel surf, ma piuttosto quella di attirare l’attenzione sulla disuguaglianza delle donne e celebrarle”. Uomini e donne hanno strutture fisiche completamente diverse e, soprattutto agli inizi, non è semplice competere spalla a spalla. Questo è uno dei motivi che scoraggia molte donne a prendere la tavola e a imparare a surfare.

IMPATTO POSITIVO

Hyndman si ritiene molto soddisfatta per la risonanza che ha avuto Make Way: “Questa storia avrebbe potuto essere raccontata da molte angolazioni diverse e volevo assicurarmi che il tono fosse positivo, affinché arrivasse sia agli uomini che alle donne del surf. Se non fossi stata attenta e chiara sulle mie intenzioni nel condividere queste storie, avrei potuto facilmente mancare il bersaglio e ottenere l’effetto opposto alienando ulteriormente le donne del surf”. Chi ha visto il film si è sentito ispirato e colpito in modo positivo dalle donne di Make Way e questo fa ben sperare all’apertura di quel dialogo a cui la regista tanto aspira: l’obiettivo - e la speranza - è che Make Way possa mettere in connessione uomini e donne di tutte le età e alleggerire le donne dalla pressione di essere perfette a tutti i costi. Si spera che i numeri possano finalmente allinearsi, rendendo il divertimento in acqua ancora più inclusivo e facendo crollare i confini tra sesso, età e diversità di genere.