Nalini: "Ho fatto i wurstel, sono stato saldatore e ora fattorino. Ma non ho mai smesso di fare gol"

Andrea Nalini è il Jamie Vardy italiano. Il paragone gli piace ma “la sua carriera parla per lui”. Ha lavorato all’Aia, reparto wurstel, ha fatto il saldatore in un’acciaieria, ha fatto due chiacchiere con Roberto Baggio e in un’altra vita avrebbe potuto indossare le maglie di Inter, Milan, Chievo Verona o Fiorentina. “Mia mamma mi ha tarpato le ali, voleva che studiassi. In compenso, ho imparato a dare valore ai soldi”. A Crotone è stato l’eroe della storica salvezza all’ultima giornata contro la Lazio nel 2017, marchiata da una sua doppietta. Ora i gol li ripone in Eccellenza, sdoppiandosi come fattorino per una macelleria. La sua storia richiama One of Us: il nuovo progetto per chi parte dal basso con l’obiettivo di diventare un calciatore professionista.?

Partiamo dalla fine. Come sta andando l’esperienza al Mozzacane??

“Ho fatto tanta gavetta nella mia carriera, il campionato di Eccellenza lo conosco bene. L’ho trovato un po’ diverso dal solito, ci sono più giovani adesso. Siamo quarti e puntiamo a salire in Serie D, per la piazza sarebbe un grande successo”.?

A 34 anni pensava di essere tra i Dilettanti?

?“Sono onesto, ho fatto una scelta di vita. Ho un bimbo di sei anni e volevo stargli vicino. Avevo anche altre proposte, la Virtus Verona mi avrebbe tenuto. Però sarei andato al minimo sindacale, quindi uno valuta e fa delle scelte. Il presidente del Mozzacane mi conosce, ce l’ho avuto ai tempi del Villafranca e mi ha convinto a venire offrendomi anche un lavoro”.?

Quale??

“Porto in giro la carne per una macelleria. Col camion-frigo la consegno ai privati”.?

Cosa hanno rappresentato gli anni alla Virtus Verona??

“Sono stati il mio trampolino di lancio, abbiamo fatto il salto tra i professionisti. Devo tanto a Gigi Fresco, storico allenatore della squadra. ? un personaggio molto particolare (ride, ndr)”.?

Cioè??

“Ha metodologie di allenamento tutte sue. In rifinitura mangi risotti, fritto misto, spaghetti allo scoglio. Altro che petto di pollo e bresaola. ? molto particolare, però ha portato la Virtus dalla Terza categoria alla Serie C. Chapeau per lui”.?

Passo indietro fino a quel 28 maggio 2017: Crotone-Lazio 3-1, doppietta di Nalini e salvezza raggiunta al fotofinish. Aneddoti di quella serata??

“Nessuno aveva organizzato nulla, forse perché non si aspettavano una vittoria. E quindi a fine partita non sapevamo cosa fare. Io mi cambiai velocemente e uscii dallo stadio insieme ad altri due-tre. Dopo un po’ venni a sapere che stava partendo dallo Scida la parata col pullman e quindi io raggiunsi i miei compagni a piedi in centro”.?

Davide Nicola è l’uomo delle salvezze, ha un segreto??

“Lui ha vissuto la sofferenza per la perdita del figlio e questo gli ha lasciato tanto. A livello morale ti dà tantissimo, tutti si butterebbero nel fuoco per lui. Ha una capacità di incidere sul gruppo dal punto di vista motivazionale che è incredibile. Anche chi gioca meno con lui è come se fosse un titolare”.?

Ha sempre voluto fare calciatore??

“Sì. Ho cominciato in un campetto della chiesa, giocando con mio fratello e i suoi amici di sei anni più grandi. Mia mamma mi ha tarpato un po’ le ali, voleva che mi dessi allo studio. Ho fatto provini con Chievo, Milan, Fiorentina e Inter, tutti andati bene, ma non per lei. Non vedeva il calcio come un futuro raggiungibile. Avrà preso come esempio negativo un ragazzo del mio paese che giocava al Chievo ma a scuola veniva bocciato per le assenze”.?

Poi si è convinta…?

“Finalmente anche. Quando ha visto che dopo la scuola non volevo continuare a studiare mi ha lasciato inseguire il mio sogno. E ti dico una cosa…”?

Prego.?

“Facendo la gavetta e partendo dal basso ho imparato a dare valore ai soldi. Quando sono arrivato in Serie C e B ne ho conosciuti tanti che venivano da settori giovanili e sperperavano denaro. Non sapevano cosa fosse il sacrificio. Ecco, io non volevo essere così”.?

Recap dei suoi lavori??

“Appena finita la scuola sono andato a saldare in una ditta di acciaieria e al tempo stesso giocavo al Villafranca in Eccellenza. Poi sono passato alla Virtus che aveva come sponsor l’Aia e da lì ho lavorato nel reparto wurstel per tre anni”.?

Idolo di sempre??

“Da piccolino mi portavano a vedere il Milan di Ronaldinho, quindi direi lui. Mi si illuminavano gli occhi a vederlo. Ho avuto anche il piacere di conoscere Roberto Baggio a Vicenza, il proprietario Renzo Rosso l’aveva invitato a una cena di Natale. Anche se ho avuto modo di conoscerlo meglio chiacchierandoci in un bar grazie al nostro storico magazziniere”.?

Si sente un Jamie Vardy del calcio italiano? Ride.?

“Mi hanno già accostato a lui. Per storia ci può stare il paragone. Per carriera direi che siamo lontani”.?

Se fosse esistito One of Us quando lei ha iniziato, ne avrebbe fatto uso??

“Assolutamente. Se c’è una possibilità in più per emergere, ben venga”.