ALIMENTAZIONE
Cous Cous, ¨¨ qui la Fest! A San Vito Lo Capo i campioni di un piatto straordinario
Era nata, nel 1996, come una sfida interna al Mediterraneo, un giochino tra chef.?Ora il?Cous Cous Fest?¨¨ un?evento?dal respiro internazionale,?prima di tutto l¡¯occasione per elevare un antico alimento a simbolo di fratellanza e integrazione tra i popoli. Sino al 26 settembre a fare da sfondo ¨¨ come sempre San Vito Lo Capo, cittadina del Trapanese che racchiude lo spirito di condivisione di un antico rituale capace di unire le due sponde del Mare Nostrum e non solo. Piatto?della cultura nordafricana, il cous cous affonda le sue radici nella tradizione dei Berberi, che avevano la necessit¨¤ di contare su prodotti di lunga conservazione, facili da trasportare e semplici da cucinare. Un cibo duttile, che si pu¨° abbinare a verdure, legumi, carni, pesce, creando piatti dai sapori diversi (anche sorprendentemente dolci), partendo da una base di piccoli grani di semola, che durante il festival viene celebrato in pi¨´ modi.
Chicci di semola
¡ª ?Dal Marocco - patria di elezione - il cous cous si ¨¨ diffuso in tutta l'Africa settentrionale e nei paesi asiatici che guardano al Mediterraneo. Poi in Europa, ovviamene portato dagli emigranti: in Francia e Belgio ¨¨ uno dei piatti pi¨´ diffusi. In Italia, ¨¨ la provincia di Trapani a vantare il migliore: importato dai pescatori che si recavano in Tunisia, a differenza del cous cous marocchino che prevede un condimento a base di carne e verdure, si prepara con pesci da zuppa. All'evento di San Vito Lo Capo, ovviamente, ci sono i cous cous pi¨´ diversi. Partendo sempre dalla stessa preparazione: i chicchi di cous cous vengono realizzati con la semola (grano duro, macinato grossolanamente), aspersa d'acqua e lavorata con le mani per farne pallottoline, che vengono coperte di semola asciutta per tenerle separate, e poi passate al setaccio. Le pallottoline che sono troppo piccole per costituire i chicchi passano attraverso il setaccio e vengono di nuovo asperse di semola asciutta e lavorate a mano. Il processo continua fino a che tutta la semola ¨¨ stata trasformata nei minuscoli chicchi del cuscus.? Nella societ¨¤ 'tradizionale', le donne solevano radunarsi a gruppi per vari giorni per preparare insieme una grande quantit¨¤ di cous cous in grani che, seccati al sole, potevano durare per parecchi mesi. Al giorno d'oggi, la lavorazione ¨¨ in gran parte meccanizzata e il prodotto diffuso anche nei supermercati.
Cooking show
¡ª ?Quella del 2021 sar¨¤ un¡¯edizione diversa dalle altre, ovviamente a causa della pandemia: niente?concerti e spettacoli. Ma pensando che nel 2020 era proprio saltata, non si pu¨° che essere felici.? Non mancheranno le sfide tra gli chef italiani e internazionali (sul palco del Bia Theatre e dal vivo) e i cooking show?al Giardino del Santuario. Poi torneranno le degustazioni, gli incontri, i laboratori e tutte le attivit¨¤ pensate per omaggiare il cous cous. Tutto per una kermesse gastronomica nata nel ¡¯98 che dar¨¤ spazio?anche a professionisti dall¡¯Argentina alla Romania, pronti a sfidarsi a colpi di semola. A ospitare i campionati, il giardino del Santuario di San Vito Martire, dove sar¨¤ anche possibile assaggiare diverse varianti di cous cous, da consumare comodamente seduti. Per un? take-away, invece, c¡¯¨¨ la Casa del cous cous sulla spiaggia, dove scegliere il piatto preferito da assaporare passeggiando sul lungomare, spesso con un sole stupendo. Ma l¡¯evento ¨¨ anche un momento utile per scoprire la bella cittadina siciliana, avventurandosi tra i ristoranti che hanno scelto di aderire al progetto con menu speciali a base di cous cous e prezzi fissi. Un format disponibile anche in diverse insegne di Macari e Castelluzzo: insomma, l¡¯occasione perfetta per fare un tour di questa bellissima porzione dell¡¯isola.
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