La ricerca
Steatosi al fegato: un frutto esotico potrebbe aiutare a curarla
Una bacca esotica dall'Amazzonia potrebbe essere l'arma segreta contro il fegato grasso, una condizione che colpisce circa un quarto degli italiani tra i 18 e i 70 anni. Si tratta del camu-camu, un frutto ancora poco conosciuto nel nostro Paese, ma che sta attirando l'attenzione per i suoi potenziali benefici. E che - secondo uno studio recente - potrebbe fare ci¨° che molti farmaci non riescono: ridurre significativamente l'accumulo di grasso nel fegato e i marker di danno epatico.?
Camu Camu contro la steatosi: lo studio
¡ª ?Un team di ricercatori ha studiato gli effetti dell'integrazione di questa bacca nella dieta di alcune persone in sovrappeso con alti livelli di trigliceridi nel sangue. I risultati hanno mostrato che l'assunzione di camu-camu contribuiva a ridurre la steatosi epatica non alcolica (NAFLD), condizione caratterizzata dall'accumulo di grasso nel fegato e spesso associata a obesit¨¤, diabete e disturbi metabolici. ? importante notare che attualmente non esistono trattamenti farmacologici approvati specificamente per la NAFLD, il che rende questi risultati particolarmente interessanti.
Non solo antiossidanti
¡ª ?Lo studio, pubblicato su Cell Reports Medicine, ha rivelato che l'assunzione di 1,5 grammi di polvere di camu-camu al giorno per 12 settimane ha ridotto del 15,85% il grasso epatico (rispetto al placebo). Questo effetto sarebbe da ricercare nella composizione del frutto, ricco di antiossidanti, fibre e polifenoli.
Andr¨¦ Marette, autore principale dello studio, spiega il meccanismo d'azione: "Il microbiota metabolizza le grandi molecole di polifenoli che non possono essere assorbite dall'intestino, trasformandole in molecole pi¨´ piccole che l'organismo pu¨° assimilare per ridurre il grasso epatico. Queste sembrano ridurre la lipogenesi, ovvero la formazione di goccioline lipidiche nel fegato. E anche stimolare la degradazione dei lipidi tramite ossidazione. Una combinazione dei due meccanismi probabilmente spiega l'elevata efficacia dell'estratto, poich¨¦ stiamo giocando su entrambi i lati della medaglia".
I ricercatori hanno anche rilevato una riduzione dei livelli degli enzimi epatici ALT e AST, indicatori di danno epatico, e un'alterazione benefica del microbioma intestinale. Ma, soprattutto, gli effetti del camu-camu sul fegato sono risultati indipendenti dalla perdita di peso, suggerendo un potenziale uso sia nella prevenzione che nel trattamento della steatosi epatica.?Questi risultati aprono nuove prospettive sull'uso di questo piccolo frutto amazzonico non solo come strumento preventivo, ma anche come potenziale trattamento per chi gi¨¤ lotta contro la malattia del fegato grasso. Va da s¨¦ come, come spesso accade in ambito scientifico, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare tutti i benefici osservati e comprenderne meglio i meccanismi d'azione a lungo termine.?
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