verso parigi
Sinner: "Io portabandiera? Se me lo chiedono... Ma lo meritano altri"
Appesi ai muri. Letteralmente. Come ai concerti delle rockstar. E dĄŻaltronde, ogni volta che Jannik Sinner appare, unĄŻorda famelica di appassionati lo segue, bramosa di un ottenere un ricordo con il campione, anche fosse soltanto un saluto da lontano. Ieri, per lĄŻallenamento con Zverev sotto il sole di mezzogiorno, cĄŻerano molte pi¨´ persone che sulle tribune dove si stava giocando. Eppure, la Volpe Rossa riserva sempre un sorriso per tutti, in attesa di debuttare oggi in doppio con Sonego e poi mercoled¨Ź in singolare con il vincente tra Korda e Davidovich Fokina.
VOGLIA DI GIOCHI
ĄŞ ?LĄŻavvio di stagione con 22 vittorie e una sola sconfitta, nonch¨Ś lĄŻincoronazione praticamente unanime dei colleghi su chi sia il pi¨´ forte adesso, non lo ha comunque caricato di pressioni eccessive per il via della stagione sulla terra: "Le mie sensazioni sono quelle che accompagnano in pratica tutti i giocatori nel passaggio dal cemento al rosso: la curiosit¨¤ di capire come reagiremo al cambio di superficie, come sapremo adattarci. Comunque sar¨¤ una stagione dura e complicata, sulla terra ¨¨ sempre cos¨Ź. Le mie aspettative per Montecarlo non sono altissime. Diciamo che user¨° il torneo come allenamento attivo: preparazione mista a partite, voglio capire a che livello sono sulla terra e poi migliorare. LĄŻobiettivo ¨¨ fissato sul Roland Garros e poi sulle Olimpiadi. Si giocano ogni quattro anni, e non puoi sapere cosa accadr¨¤ nel futuro: perci¨° sono nella mia top list". E a proposito di Giochi, sulla spinta degli sfavillanti risultati di Jan, nelle ultime settimane ha preso vita un movimento dĄŻopinione che lo vorrebbe portabandiera a Parigi 2024. Lui, in merito, ha una posizione ben chiara e definita: "Ho la mia idea: ¨¨ giusto che il portabandiera sia qualcuno che ha gi¨¤ vinto un oro. Sono consapevole di aver contribuito a rendere il tennis pi¨´ popolare, ma noi abbiamo gli Slam, le Finals, la Davis: lĄŻOlimpiade ¨¨ un torneo importante, ma pur sempre un torneo. Per gli altri atleti i Giochi sono il coronamento di 4 anni di lavoro. Mi ricordo di unĄŻintervista a Bolt: diceva che si preparava un quadriennio per una corsa che dura meno di 10 secondi, mentre tanti vorrebbero tutto in due mesi. Ecco, credo sia quello di Bolt il vero spirito olimpico. Certo, se me lo offrissero lo prenderei in considerazione". Da Miami, intanto, Sinner ¨¨ tornato con unĄŻaltra vittoria, ma soprattutto con lĄŻaura del ragazzo perfetto, che porge lĄŻombrello alla raccattapalle e passa il ghiaccio per una spettatrice che si ¨¨ sentita male. Il Beato Jannik: "Secondo me si sta un poĄŻ esagerando, io sono un ragazzo normale e semplice, dietro quei gesti non cĄŻera nessun atteggiamento costruito. Sono fatto cos¨Ź: se posso aiutare qualcuno, lo faccio. La vita e il campo sono due cose diverse". Ma davvero Sinner non ha difetti? "Non lavo quasi mai i piatti subito dopo aver mangiato, magari li lascio l¨Ź un paio di giorni. E se volete saperlo, mi arrabbio anchĄŻio. Nel tennis, poi, a volte ci metto troppa fretta: e quando hai fretta, la testa va in confusione". La pazienza ¨¨ la virt¨´ dei forti.
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