“Mani di pietra” Duran, storia di un lustrascarpe diventato re
Compiere settantuno anni, voltandosi a guardare indietro per rendersi conto di averne vissuti pi¨´ di mille. Con la tessera mancante di un’infanzia mai vissuta, nel mosaico delle esperienze, quella che nessun conto in banca gli avrebbe mai potuto restituire. Proprio per questo, uno come lui non sar¨¤ mai in grado di spiegare cosa realmente abbia imparato, in mezzo a tutto quello che ha subito. Anche il successo gli si ¨¨ abbattuto contro, in un certo senso, perch¨¦ quando ¨¨ arrivato all’apice ¨¨ riuscito a rimanerci per un tempo memorabile, ma sempre camminandoci sopra come un equilibrista, in bilico sul filo dei propri eccessi, della improbabile gestione di s¨¦; del retaggio di una miseria che si sconfigge soltanto in apparenza, perch¨¦ anche quando arrivano i denari non si diventa mai ricchi del tutto, ma – come ammoniva Domenico Rea – “poveri con i soldi” che ¨¨ cosa ben diversa e sempre esposta alla marea dell’esistenza.