Mike Arnold: "Grazie a Barmasse sar¨° pronto anch’io per gli Ottomila"
Lo sciatore-alpinista da record che ama il rag¨´ bianco e gli happy hour. E’ Michael “Mike” Arnold, 34 anni, americano del Maine e poi giramondo finch¨¦, poco pi¨´ di tre anni fa, ha conosciuto Elena – valdostana – e se n’¨¨ innamorato, trasferendosi da lei in valle. Da dieci mesi sono genitori di Oliver. Fino ai primi di gennaio, Mike era con Herv¨¨ Barmasse e David Goettler al campo base del Nanga Parbat, quello della Schell Route dove il gruppo ha dovuto rimediare in seguito alle valanghe che lambivano il loro precedente “alloggio” in quota. Adesso ¨¨ appena sbarcato in Italia, come da precedente accordo tra i tre, Arnold non avrebbe tentato la salita della Rupal, la parete pi¨´ grande della Terra coi suoi 4.500 metri di sviluppo verticale.
Mike, com’¨¨ andata?
"E’ stata un’esperienza molto positiva, grazie soprattutto a due colleghi bravi ed esperti come Herv¨¨ e David. Era la mia prima volta su un Ottomila, devo fare un passo alla volta".
Quando ci torner¨¤?
"Sono uno sciatore (estremo, con linee molto verticali discese in Alaska, Per¨´, Argentina e Canada, oltre a quelle in Europa come quelle apine su Grivola, l’Argentiere e l’Aiguille Du Midi) e, negli ultimi due anni, ho pensato molto a un progetto per poter sciare in Himalaya da un Ottomila. Per ora l’idea ¨¨ quella di provarci il prossimo autunno, con un team molto ristretto, speriamo di farcela".
Al di l¨¤ dell’aspetto alpinistico, che cosa le rimarr¨¤ di questo suo debutto ad altissima quota?
"Intanto il viaggio, da Milano al campo base ci vogliono circa 60 ore. E poi la grande cordialit¨¤ e disponibilit¨¤ della gente locale, ovunque noi fossimo ci siamo sentiti come a casa. Sapevo che la gente, l¨¤, ¨¨ molto gentile, ma provarlo di persona ¨¨ stato veramente emozionante".
Quando ha iniziato ad andare in montagna?
"Seriamente verso i 19 anni, ma le primissime volte gi¨¤ a 16".
E’ vero che detiene il record di guida alpina pi¨´ giovane degli Stati Uniti?
"Diciamo uno dei pi¨´ giovani (ci riusc¨¬ nel 2014 quando aveva 27 anni, ndr). Sono stato il 96esimo a ottenere la certificazione Uiagm/Ifmga Mountain Guides. Sono prove toste, di scialpinismo, roccia e ghiaccio. Superarle mi ha reso orgoglioso".
Che differenza c’¨¨ tra le Alpi e le vette americane?
"La prima cosa che mi ha stupito ¨¨ il numero di persone che si possono incontrare in quota qui in Europa. Da noi magari te ne stai per una settimana in giro e incontri, se va bene, un paio di persone".
Quali sono gli alpinisti italiani di cui pi¨´ ha sentito parlare in America?
"Il primo ¨¨ Riccardo Cassin, soprattutto per l’impresa che riusc¨¬ a compiere sul Denali (sull’allora McKinley, ndr), quando a capo di una spedizione sal¨¬ per la prima volta sull’immensa parete. E poi naturalmente Reinhold Messner, perch¨¦ lui comunque ¨¨ l’uomo degli Ottomila, un’impresa mai realizzata prima".
Dell’America che cosa le manca?
"Risposta scontata… a met¨¤. Nel senso, mi mancano i miei familiari, ma pure… il cibo messicano! Per fortuna ho scoperto i vostri happy hour…".
Dell’Italia l’ha colpita l’happy hour?
(Ride). "Anche… E’ che da noi, in America, uno entra in un bar, ordina, beve e non ti servono niente. Da voi invece puoi anche cenare e, soprattutto, l’atmosfera che si crea ¨¨ sempre molto gioviale e divertente. E del vostro cibo, adoro molti piatti, specialmente il rag¨´ bianco".
Oltre a quelli di montagna, nella sua vita c’¨¨ spazio per altri sport?
"Praticamente no, n¨¦ da praticante, n¨¦ da spettatore. Unica eccezione ¨¨ il golf, praticato da mio padre e che per questo, in casa, ne ha sempre parlato tanto".
Quella al Nanga Parbat ¨¨ stata la prima lunga trasferta da pap¨¤. Com’¨¨ andata?
"S¨¬, sono stato via quasi un mese e non era mai successo. E’ sicuramente diverso, mia moglie in queste settimane avr¨¤ cercato di spiegare a Oliver dove fosse il pap¨¤. Lui ha 10 mesi, chiss¨¤ quanto avr¨¤ capito, per¨°! Vorr¨¤ dire che ci proveremo con mie foto in quota, sar¨¤ probabilmente il modo pi¨´ efficace per spiegare a mio figlio che cosa faccia il suo pap¨¤".
E sua moglie Elena, quando lei li ha salutati per partire, che cosa le aveva detto?
(Ride). "Fai attenzione, non fare lo stupido. Questo mi ha detto, e io ho rispettato le consegne…".
Barmasse ha mostrato i due piccoli peluche-portafortuna che le sue figlie gli hanno infilato nello zaino. Anche lei ne aveva?
"No, mi sono limitato a una foto di Elena e Oliver. E poi avevo sempre con me il paio di calze che non mi abbandona mai, ce l’ho con me sin dalla mia prima spedizione in montagna, quando avevo 17 anni".
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