ciclismo
Il nuovo Giro e la grande bellezza degli sterrati
L¡¯alba di un nuovo Giro porta con s¨¦ qualcosa di magico, insieme alle prime parole di un grande romanzo popolare. Sapevamo che l¡¯edizione numero 108 partir¨¤ dall¡¯Albania e a Roma abbiamo scoperto il resto di una corsa che in estrema sintesi possiamo definire modernissima e al tempo stesso tradizionale. L¡¯impressione ¨¨ che gli organizzatori, Paolo Bellino, Mauro Vegni e il loro staff, abbiamo voluto restare sugli stessi binari degli ultimi anni. E hanno fatto bene perch¨¦ i percorsi pi¨´ recenti hanno offerto risultati spettacolari.?
L'idea
¡ª ?Lo schema ¨¨ quello di una gara selettiva fin dalla prima tappa, impegnativa (oltre 50 mila metri di dislivello) senza essere spietata. Il finale del primo arrivo a Tirana ricorda un po¡¯ quello di Torino dell¡¯ultima edizione, quando Tadej Pogacar attacc¨° sul Superga e fall¨¬ di pochissimo la possibilit¨¤ di vestire la maglia rosa dalla prima all¡¯ultima tappa. Modernissimo, si diceva, perch¨¦ ha tappe mediamente brevi e nervose. Tradizionale per alcuni riferimenti classici che lo rendono "riconoscibile": due cronometro prima delle grandi montagne, una nella prima settimana e una nella seconda. E tre tapponi di montagna nella terza. Un "totem" come il Colle delle Finestre attorno a cui baller¨¤ il Giro alla vigilia della passerella di Roma. Ci sarebbe anche il Mortirolo (cima Marco Pantani, il Pirata che proprio ieri avrebbe compiuto 55 anni...), ma ¨¨ molto lontano dall¡¯arrivo di Bormio. Si tratta di un percorso, visto sulla carta, bello sia dal punto di vista tecnico sia paesaggistico.?
il tracciato
¡ª ?Il Giro, ormai da molti anni, ha il tracciato pi¨´ interessante tanto ¨¨ vero che Tour e Vuelta stanno percorrendo le orme dello stesso sentiero: tappe importanti fin dall¡¯avvio e ogni giorno una trappola che pu¨° caratterizzare la corsa. Noi partiamo con un grande vantaggio perch¨¦ abbiamo le montagne vicine al mare e il cambio di scenario ¨¨ l¨¬ a uno scatto. Siamo, orgogliosamente, la corsa pi¨´ bella nel Paese pi¨´ bello del mondo. Una gara vista da oltre 700 milioni di persone in 200 diverse nazioni. Ma, come diceva Vincenzo Torriani, leggendario organizzatore, il percorso ¨¨ una bella tela a disposizione degli artisti in bicicletta. Saranno loro a trasformare quella tela in un quadro, in un bel quadro o in un capolavoro. Succede cos¨¬ dal 1909 e la forza evocativa del nuovo percorso potrebbe aiutarci a capire qual ¨¨ il tipo di corridore che pu¨° essere avvantaggiato. Ci fosse al via Tadej Pogacar (difficile¡ anche se il fuoriclasse sloveno non ha ancora deciso) sarebbe il favoritissimo. Ma ¨¨ un eufemismo perch¨¦ Pogacar lo sarebbe su qualsiasi tipo di percorso¡ Tra i campioni che hanno gi¨¤ ufficializzato la presenza, il faro della corsa ¨¨ sicuramente Primoz Roglic, altro sloveno, che ha gi¨¤ vinto il Giro del 2023 e quattro edizioni della Vuelta. Roglic va fortissimo a cronometro, dove pu¨° guadagnare su tutti, e si difende benissimo dagli scalatori puri in montagna.?
le chiavi
¡ª ?Volendo scegliere un paio di appuntamenti per capire l¡¯anima di questo Giro, noi metteremmo il circoletto rosso (come faceva Rino Tommasi per i punti pi¨´ belli del "suo" tennis) sulla tappa di Siena, con il finale che ricorda la "Strade Bianche", e sull¡¯arrivo del Sestriere dopo il Colle delle Finestre, che sar¨¤ Cima Coppi (la pi¨´ alta del Giro) per festeggiare il ventesimo anniversario del suo debutto nella corsa rosa. Due tappe con gli sterrati? S¨¬, perch¨¦ ¨¨ l¨¬ che ¨¨ il ciclismo antico si trasforma in modernit¨¤ vintage. ? l¨¬, come avviene alla Parigi-Roubaix, che anche gli atleti pi¨´ ossessionati dai dati del computerino devono scendere a patti con lo spirito primordiale del ciclismo, con la sua essenza. ? l¨¬ che il Giro riavvolge quel filo rosa che lega la nostra storia. ? l¨¬ che ne riconosciamo la sua grande e popolare bellezza.
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