Jorgenson stacca Roglic, ma lo sloveno non crolla. E si prende il Delfinato per 8"

Primoz Roglic fa bis al Criterium del Delfinato, ma quanti brividi. Stavolta nell’ultima tappa, con arrivo in salita al Plateau des Glieres, luogo sacro della resistenza dei partigiani francesi nella Seconda guerra mondiale, lo sloveno è arrivato con il fiato corto, e la squadra è stata meno incisiva delle ultime due giornate, quando aveva dominato. Hindley e Vlasov lo hanno lasciato troppo solo negli ultimi 4 chilometri, e così lo sloveno della Bora-Hansgrohe ha dovuto inseguire sull’ascesa finale (9,3 km al 7,3%) il doppio attacco prima di Giulio Ciccone e poi dello spagnolo Carlos Rodriguez e dello statunitense Matteo Jorgenson. E così metro dopo metro il distacco di Roglic è salito: alla partenza aveva 1’02” su Jorgenson, che ha tirato fino all’ultimo metro prima di lasciare la vittoria allo spagnolo Rodriguez (Ineos Grenadiers), 23 anni, quinto al Tour 2023 e miglior giovane spagnolo con Juan Ayuso. Roglic ha chiuso sesto a 48” con Ciccone sempre a ruota e in classifica ha salvato la maglia gialla di leader per appena 8” sul californiano Jorgenson, già primo alla Parigi-Nizza e all’Attraverso le Fiandre, sicuramente il più in palla della Visma-Lease a Bike di Vingegaard. Terzo in generale il canadese Derek Gee (Israel Premier Tech) a 36”, poi Rodriguez a 1’, De Plus a 2’04, Vlasov a 2’02. Settimo Evenepoel a 2’25” e ottavo Ciccone a 2’54”. Roglic, 34 anni, centra così l’84a vittoria della carriera: si era già imposto nel Delfinato nel 2022 davanti a Vingegaard. Lo sloveno era al rientro dopo la caduta del 4 aprile al Giro dei Paesi Baschi e ha dimostrato di essere sicuramente in ottima forma verso il Tour de France, che scatterà sabato 29 giugno da Firenze.

sogno giallo

Pensate che Primoz ha conquistato l’oro olimpico della crono a Tokyo 2021, il Giro 2023, tre Vuelta consecutive dal 2019 al 2021, 2 Tirreno-Adriatico, Parigi-Nizza, 2 Paesi Baschi, 2 Romandia, 2 Delfinato, e la Liegi-Bastogne-Liegi 2020. Che cosa gli manca? Una maglia gialla, che non è quella del Delfinato, ma del Tour de France: Pogacar gliela sfilò nella penultima tappa del 2020, quando già pensava che fosse sua, e quella rivincita sul connazionale più giovane di nove anni è diventato l’obiettivo unico dell’ultima parte della sua carriera.