CICLISMO
Non solo il fenomeno Van der Poel: l'Alpecin dello storico triplete ¨¨ molto di pi¨´
Vedendolo partire sul Koppenberg, mentre gli altri si impantanavano, si potrebbe pensare che Mathieu van der Poel abbia vinto il Giro delle Fiandre domenica scorsa perch¨¦ ¨¨ un fenomeno. Vedendolo aprire il gas una settimana dopo sul pav¨¨ della Roubaix, a 59,7 chilometri dal traguardo, si potrebbe chiudere il discorso: ¨¨ un extraterrestre, ecco perch¨¦ domina. La sua forza bruta, il modo in cui il campione del mondo strapazza le corse prima ancora che gli avversari, ci inducono a pensare che si tratti di uno di quei casi in cui il talento ha premiato in dosi massicce un bambino nella culla, e agli altri della fila ¨¨ stato dato infinitamente meno. Che Mathieu sia stato toccato dalla bacchetta magica di una qualche fata ¨¨ indiscutibile, ma se andiamo a riguardare meglio il Fiandre e la Roubaix c¡¯¨¨ dell¡¯altro che salta agli occhi. Non ¨¨ soltanto Mathieu che ¨¨ di un altro pianeta, ma i fratelli Roodhoft gli hanno costruito attorno una squadra forte. Che ormai sa come supportarlo in un¡¯impresa come vincere una classica Monumento. Che sa addirittura portare alla vittoria di una Monumento un altro uomo, come Jasper Philipsen a Sanremo. E che oggi pu¨° dire di aver vinto tutte e tre le Monumento che sono state corse in questo 2024. Impressionante. Soprattutto per una squadra che quindici anni fa era una Continental dedita esclusivamente al ciclocross, e che soltanto l¡¯anno scorso ¨¨ passata da Professional a World Tour.
la parte di un tutto
¡ª ?"L¡¯Alpecin? Bella forza, ha van der Poel". Una frase che si sente spesso, ma non corrisponde al vero. Guardate l¡¯ultima settimana. Quando c¡¯¨¨ un corridore dominante, il gruppo si compatta per metterlo in buca. Al Fiandre ¨¨ successo: van der Poel ¨¨ stato marcato a vista, pressato in maniera molto efficace prima dalla Visma-Lease a Bike poi dalla Lidl-Trek di Mads Pedersen. Soltanto la freddezza di Mathieu - che tatticamente ¨¨ cresciuto in maniera impressionante - e dei suoi gregari ha permesso al campione del mondo di uscire da quel controllo asfissiante e di riuscire a liberarsene definitivamente quando ha visto il resto del gruppo in difficolt¨¤. Sul Koppenberg. Un lavoro di squadra che ha richiesto un notevole dispendio di energie, vi ricorderete com¡¯era sfinito Mathieu al traguardo del Fiandre. La Roubaix se l¡¯¨¨ goduta decisamente di pi¨´, ma il lavoro della squadra ¨¨ stato altrettanto superbo. Oggi l¡¯Alpecin ¨¨ una realt¨¤ ancora anomala ma dominante nel panorama del ciclismo professionistico. Anomala perch¨¦ ¨¨ stata la prima ad accorgersi che il ciclismo andava in una direzione diversa: quella della multidisciplina e dei corridori atleti.
il segnale (sottostimato dai piu')
¡ª ?L¡¯ultimo Mondiale di Glasgow avrebbe dovuto farci capire qualcosa. Alpecin-Deceuninck e Fenix-Deceuninck, rispettivamente la squadra maschile e femminile del gruppo, avevano portato a casa nove medaglie e tre maglie iridate: quella di Mathieu van der Poel nella prova in linea ¨¦lite, quella di Sam Gaze nell¡¯XCC e quella di Axel Laurance nella prova in linea Under 23. E in pi¨´ due argenti con Puck Pieterse nell¡¯XCO femminile e ancora con Sam Gaze nel cross country. Quattro medaglie di bronzo tra pista, crono e Mtb con Fabio Van Den Bossche (corsa a punti), Christina Schweinberger (crono ¨¦lite), Julie De Wilde (crono U23) e ancora Puck Pieterse (cross country). Proprio a Glasgow, quando qualcuno os¨° domandare se era proprio necessario far correre van der Poel in mountain bike, dov¡¯era caduto quasi subito, uno dei due fratelli Roodhooft, Philip, direttore generale del team, si era messo a ridere: "Perch¨¦ gli permettiamo comunque di andare in mountain bike? Perch¨¦ lui adora farlo. E penso che dovremmo esserne felici. Mathieu non sceglie mai la via pi¨´ semplice". In quelle parole c¡¯era la chiave del s¨¬ convinto che Mvdp e l¡¯Alpecin si sono detti quando Mathieu era ancora un ragazzino e che recentemente hanno portato alla firma vita natural durante ?nella buona e nella cattiva sorte?. Mathieu ¨¨ rimasto fedele al suo team perch¨¦ l¨¬ gli hanno lasciato sempre (e non soltanto adesso che ¨¨ van der Poel, adesso ¨¨ facile) la possibilit¨¤ di scegliere e di fare, di correre o di non correre, di andare ad allenarsi in Spagna, di fare la settimana bianca mentre gli altri sono a sudare negli Emirati, di giocare a golf. Di sognare l¡¯oro in Mtb, di cadere se cos¨¬ sar¨¤. Lo hanno fatto con lui, e con tutti gli altri. "Per molto tempo - ha ammesso Roodhoft - siamo stati visti come la squadra in cui tutto ruotava intorno a Mathieu van der Poel. Ora vinciamo medaglie con sette corridori diversi e in tutti i rami del ciclismo, sia con gli ¨¦lite, sia con i giovani negli uomini e nelle donne. Possiamo dire che qualcosa c¡¯¨¨, ora ¨¨ importante mantenerlo".??
albert fu il primo
¡ª ?Loro sono stati i primi. Trek, Bora, persino Ineos sono arrivati dopo nella multidisciplina. La prima superstar del team ¨¨ stato Niels Albert, quando ancora il piccolo van der Poel correva con la sua prima Alan. Ci sono tanti corridori che nell¡¯Alpecin hanno cambiato passo: vi ricordate Tim Merlier prima delle due stagioni con i Roodhoft? Gianni Vermeersch, che al Fiandre e alla Roubaix ha marcato gli avversari di Mathieu come solo Gentile con Maradona, ha vinto un mondiale gravel, ¨¨ cresciuto molto nel ciclocross, e su strada sembra un altro. Non ¨¨ difficile credere che prima o poi avr¨¤ un¡¯occasione in proprio. Al tempo c¡¯erano altri juniores che andavano forte quasi come van der Poel, ma lui ha potuto crescere in una squadra che non gli ha imposto niente: quando voleva fare ciclocross faceva ciclocross, quando voleva andare su strada andava su strada, idem in Mtb. Dopo di lui non c¡¯¨¨ il diluvio, ma anzi giovani come Cameron Mason e Tibor Del Grossi che sono il futuro. L¡¯Alpecin recluta in tutto il mondo: anche in Australia, in Asia, in Africa. E in tutte le specialit¨¤ del ciclismo: ciclocross, gravel, Mtb, pista. Molti atleti oggi arrivano al ciclismo da altri sport: dal calcio, dallo sci, dal pattinaggio. Se trent¡¯anni fa esistevano i ciclisti, ora ci sono gli atleti: ragazzi che se li metti a correre a piedi vanno forte. Mentre i nostri allenatori raccomandavano ai corridori di tenere le gambe in alto, all¡¯estero c¡¯era chi gli diceva di farsi una corsa a piedi prima delle tappe. Nelle discipline fuoristrada si ¨¨ sempre fatto: marce, mezze maratone, un approccio diverso. L¡¯Alpecin, ¨¨ noto, recluta anche dalle gare sui rulli, scelta che ha provocato qualche naso storto nei puristi. Jay Vine e Luca Vergallito, l'italiano che ha vinto la Zwift Academy del 2022 e continua nel suo processo di crescita (primo italiano al Tour Down Under e ai Paesi Baschi), arrivano proprio dalla Zwift Academy. Un¡¯idea vincente, un¡¯opportunit¨¤ per molti che non toglie niente a nessuno, e una strada che presto altri dovranno seguire. Magari chi guarda con sospetto alle strade mai battute prima ha soltanto paura: di non riuscire a stare al passo. Tipico da chi si culla da anni nella frase peggiore possibile, "si ¨¨ sempre fatto cos¨¬". Si ¨¨ sempre fatto cos¨¬ finch¨¦ non ¨¨ arrivato qualcun altro e l¡¯ha fatto in un altro modo. Meglio.
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