Boonen e quell'esultanza per il capitano. Che non vedremo pi¨´
Provate a immaginare il gol del secolo (scorso), quella serpentina geniale di Diego Maradona ai Mondiali del 1986 che fece urlare al telecronista argentino la sua voglia di piangere. E provate a immaginare se mentre Victor Hugo Morales gli chiedeva "da che pianeta sei venuto", i suoi compagni fossero stati costretti a trattenere lĄŻesultanza, a non corrergli incontro, a non abbracciarlo, a non buttarsi per terra con lui. Beh, nel ciclismo succede, anzi succeder¨¤. Quando partir¨¤ la prima corsa a tappe della stagione, il Tour Down Under, per la prima volta sar¨¤ in vigore lĄŻarticolo del regolamento che vieta ai compagni di squadra del vincitore di esultare nelle retrovie. Magari non tutti i successi saranno capolavori immortali, vincere una tappa tra tante non ¨¨ come arrivare davanti a tutti in una classica Monumento, ma nel ciclismo vince uno solo e a conti fatti non sono poi tante le occasioni di alzare le braccia al cielo. Per chi di mestiere fa il gregario poi si contano sulle dita di una mano. Ecco perch¨Ś vedere i compagni esultare a centro gruppo per la vittoria del capitano ¨¨ da sempre una delle immagini pi¨´ coinvolgenti delle corse: perch¨Ś spiega meglio di qualsiasi altro gesto la natura ambivalente del ciclismo, che ¨¨ contemporaneamente sport individuale e di squadra. Le nuove regole dellĄŻUCI invece sanciscono per la prima volta la distanza definitiva fra il vincitore e i suoi gregari: a lui onore e gloria oltre al permesso di alzare le braccia al cielo, loro costretti a fare i bravi soldatini fino alla linea del traguardo.?