il duello
Difendere? No, comandare. Inzaghi e Xabi Alonso, il confronto tra due tecnici belli e vincenti
Aiutati che Dio tĄŻaiuta. Sono stati fortunati, certo, questi due quarantenni che trattano il calcio con i guanti, unĄŻopera dĄŻarte da esporre e ammirare, curare e spolverare tutte le volte che lo richiede. Leverkusen ¨¨ citt¨¤ che vive di aspirine, ma per una sera niente mal di testa, magari giusto un buon bicchiere di vino ¨C quello s¨Ź ¨C per accompagnare la sfida tra Xabi Alonso e Simone Inzaghi, ancor prima che tra Bayer e Inter. Fortunati, si diceva, perch¨Ś non a tutti nella vita capita di incontrare un maestro, anzi due, come Carlo Ancelotti e Sven Goran Eriksson. Quella ¨¨ la strada tracciata, Ą°bastaĄą seguirla. E magari aggiungere. Ed ¨¨ facile, allora, che vengano fuori capolavori.?
AllĄŻattacco
ĄŞ ?Capolavori sono stati i due campionati vinti la scorsa stagione da Xabi e Simone. Vittorie storiche: il primo ha riconsegnato il vero nome al Bayer, basta Neverkusen, riecco Leverkusen. Le foto dei trionfi, se giri per i corridoi della BayArena, sono freschissime, pulitissime, recentissime: le ha scattate Alonso, proprio lui. Inzaghi invece ha riempito il mondo Inter di numeri 20 e di stelle, chi se lo scorda pi¨´ un tricolore portato a casa arrivando braccia al cielo proprio in un derby. Perch¨Ś le opere dĄŻarte sono cos¨Ź, sono per sempre. E sono belle. Questa ¨¨ la partita della grande bellezza, regista Sorrentino. Ma non una bellezza decadente. Il Bayer arriva a questa serata con la forza di cinque vittorie consecutive, lĄŻInter ¨¨ dentro un girone in cui non ha mai subito gol (e se non ne incassa neppure stasera diventa la prima squadra della storia del torneo imbattuta dopo le prime sei gare) e in Italia avrebbe gi¨¤ oggi in canna il colpo del primo posto. Bellezza attuale, altro che decadente. Bellezza che fa rima con gol, perch¨Ś Bayer e Inter sono fisiologicamente portate ad attaccare, strutturalmente pensate per guardare avanti piuttosto che indietro. Ottantanove ¨¨ il numero da tenere a mente. Il primo numero, non lĄŻunico: 89 sono i gol che sono serviti sia allĄŻuno sia allĄŻaltro allenatore per vincere lo scorso campionato, Xabi per la verit¨¤ pure con quattro partite in meno. Altre cifre, che tanto raccontano: lĄŻInter affronta stasera lĄŻottava squadra dĄŻEuropa per tiri totali (347, contro i 287 dei nerazzurri), il Bayer si trova davanti invece lĄŻottavo club dĄŻEuropa per grandi occasioni create (74, contro le 66 dei tedeschi, numeri relativi ai rispettivi campionati). Insomma: tra colpire e difendersi, piace pi¨´ il primo verbo a entrambi.?
Complimenti
ĄŞ ?E allora quel basco francese di Xabi sembra cos¨Ź vicino al Demone, Tolosa pare Piacenza e chi lĄŻavrebbe mai detto. Dice Alonso del collega: "? uno dei migliori allenatori al mondo, si impara molto nellĄŻanalizzare lĄŻInter e nel vederla giocare". Mica male. E poi, dellĄŻInter: "Ha sempre unĄŻidea chiara di cosa bisogna fare in campo per vincere: sanno dove portare le partite, sanno come prendersele". ? il complimento pi¨´ bello possibile: sei tu che scegli dove e come esporre la tua opera dĄŻarte. Inzaghi ha ricambiato: "Alonso ¨¨ un grande tecnico, ha portato i suoi principi: il Bayer ¨¨ una squadra sempre riconoscibile proprio grazie a lui, per come sa attaccare e per come costruisce dal basso". Il bello ¨¨ che le due dichiarazioni potrebbero essere invertite e nessuno se ne accorgerebbe, valgono per lĄŻuna e per lĄŻaltra. Simone ¨¨ gonfio dĄŻorgoglio quando dice "io sono da dove sono partito e dove sono arrivato, questo percorso nasce prima di Istanbul, nasce dal primo anno, dalle partite con Real Madrid e Liverpool". Alonso parla chiaro e non ci gira intorno, "il nostro obiettivo ¨¨ entrare tra le prime otto", Inzaghi prende in mano la calcolatrice e racconta che "con 17 punti potremmo essere dentro". Vuol dire che ne servono altri quattro, ma con tre stasera altro bicchiere di vino, una bottiglia sola non basterebbe. Mettiamoci a tavola, allora.
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