Natalia Simeone ha rilasciato un'intervista esclusiva al nostro settimanale: "Quello tra "Diego e l’Inter ¨¨ un matrimonio che prima o poi si far¨¤", ha detto. E in rampa di lancio c’¨¨ Giuliano, il terzo figlio del tecnico: "? il pi¨´ forte di tutti"
Diego Simeone ai tempi dell’Inter. Ap
A casa Simeone, lo scorso Natale, sotto l’albero c’era un pallone di calcio con la scritta "grazie". Una famiglia unita e riconoscente al dio pallone. E all’interno della quale ci si chiama non per nome ma... con i numeri di maglia. Natalia Simeone, agente del fratello Diego, tecnico dell’Atletico Madrid, e del nipote Giovanni, attaccante della Fiorentina, si racconta in filo diretto dal suo ufficio a Buenos Aires.
? difficile per una donna fare l’agente?
"Io sono pi¨´ di una agente. Sono avvocato, prima di tutto, e dire calcio per me ¨¨ come dire casa. Sono cresciuta in una famiglia immersa nel calcio. Facevo prima la segretaria, poi l’assistente, poi dopo la laurea ho iniziato a seguire gli affari di Diego assieme al suo rappresentante Settembrini".
? difficile per una donna fare l’agente?
"Io sono pi¨´ di una agente. Sono avvocato, prima di tutto, e dire calcio per me ¨¨ come dire casa. Sono cresciuta in una famiglia immersa nel calcio. Facevo prima la segretaria, poi l’assistente, poi dopo la laurea ho iniziato a seguire gli affari di Diego assieme al suo rappresentante Settembrini".
Natalia Simeone con il fratello Diego.
Ha due clienti "particolari": suo fratello, appunto, e anche suo nipote Giovanni.
"I clienti di famiglia sono i pi¨´ difficili, mentre per tutti gli altri sei il numero uno. Con Diego, in realt¨¤, ho un rapporto speciale. Siamo tre figli: lui ¨¨ il pi¨´ grande, poi vengo io, infine Carla, la pi¨´ piccola. Da bambini giocavamo a pallone insieme e Diego non perdeva mai. A dire il vero, lo lasciavo vincere... Mio fratello ha grande rispetto per la mia professione, una grande fiducia".
Ma Diego ¨¨ determinato con lei cos¨¬ come appare in panchina?
"Noi picchiamo troppo... (ride, ndr). Siamo fratelli, quando c’¨¨ qualche questione da risolvere lui vorrebbe dire che cosa fare, ¨¨ un terreno caldo. Lui mette grinta in tutto, sempre. Alla fine, per¨°, sulle cose che riguardano il mio lavoro mi lascia fare".
Poteva lasciare l’Atletico Madrid invece avete rinnovato il contratto.
"La passione, alla fine, vince sempre. Sono sette anni che Diego ¨¨ all’Atletico Madrid. Lui ¨¨ uno dei migliori allenatori al mondo, ma rimane dove crede che ci sia ancora da fare. E io lo accompagno: se lui va, io lo seguo".
In Italia il suo nome resta sempre caldo. Che cosa pensa di un suo possibile approdo all’Inter in futuro?
"Prima o poi... lo ha detto pure Diego. Credo che sar¨¤ questione di tempo, gli piace tanto il posto, l’ambiente, vivere a Milano. L’Inter ¨¨ una squadra che gli piacerebbe tanto allenare. Ma ¨¨ rimasto molto legato anche alla Lazio".
Come ¨¨ il suo rapporto con Giovanni? ? pi¨´ affettivo o professionale?
"? il mio primo nipote, ho un grande affetto per lui. Sono la sua madrina e gli ho trasmesso la passione per la lettura. Si interessa di tutto, non soltanto di calcio".
Le chiede consigli?
"Su questioni di campo? No, prima di me c’¨¨ sempre Diego. Di calcio parla con il suo pap¨¤, ¨¨ il numero uno per noi in queste cose".
Dopo il periodo al Genoa adesso ¨¨ a Firenze per consacrarsi.
"Nella prima stagione con la maglia viola ha segnato 14 gol, non ci sono in giro molti numeri 9 con le sue caratteristiche. Sono arrivate due offerte importanti, ma si trova bene con la Fiorentina".
Qual ¨¨ stata la sua trattativa pi¨´ difficile?
"Il trasferimento di Diego dall’Estudiantes al River Plate, non volevano liberarlo. Io credo che la capacit¨¤ di ottenere risultati come agente di un calciatore non dipenda dall’essere donna o uomo, ma all’epoca trattare con una donna nel calcio non era come adesso. ? stato molto difficile, per¨° ammetto di essere stata brava".
Descriva il suo rapporto con l’Italia.
"La amo. Argentini e italiani sono simili. Mia nonna era di Roccamonfina in provincia di Caserta. Si arrabbiava con noi quando, da bambini le rompevano le piante giocando a pallone. Urlava in italiano e ci mordeva la mano".
Preferisce Firenze o Milano?
"Sicuramente Firenze, mi piace tanto la sua cultura e i posti da vedere. Molto bella".
A Buenos Aires di cosa si occupa oltre al calcio?
"Sono molto impegnata. Sono presidente della commissione etica Conmebol (la Confederazione calcistica sudamericana), mediatore pubblico, avvocato di diritto sportivo. Ogni mese e mezzo viaggio per l’Europa, buona parte del tempo la passo in aereo pi¨´ che a Buenos Aires. Mio figlio Francesco, 8 anni, gioca come centravanti nel St. Thomas, la squadra del quartiere dove abito. Sta iniziando, diventer¨¤ grandissimo, lo lascio fare. Voglio che sia felice, senza pressioni".
Lavoro e famiglia coincidono in tutto?
"No. Il segreto ¨¨ il rispetto delle parti. Io non direi mai una cosa della squadra a Diego, non ¨¨ il mio mestiere. Il segreto ¨¨ scindere il lavoro dalla famiglia".
Suggerisca un affare, un giovane giocatore argentino, a un club italiano.
"C’¨¨ un giovane che gioca al River Plate, Giuliano Simeone, ha 15 anni, ¨¨ il terzo figlio di Diego, ma ¨¨ il pi¨´ bravo di tutti. Lo fanno giocare da centravanti, ma mi sembra pi¨´ un 7 che un 9".
Se dovesse consigliare un libro da leggere a Diego e Giovanni?
"A mio nipote proporrei 'El hombre en busca de sentido', di Viktor Frankl, perch¨¦ lui sta cercando il senso della vita. Per Diego ¨¨ pi¨´ difficile, posso pensarci un po’?" .
"I clienti di famiglia sono i pi¨´ difficili, mentre per tutti gli altri sei il numero uno. Con Diego, in realt¨¤, ho un rapporto speciale. Siamo tre figli: lui ¨¨ il pi¨´ grande, poi vengo io, infine Carla, la pi¨´ piccola. Da bambini giocavamo a pallone insieme e Diego non perdeva mai. A dire il vero, lo lasciavo vincere... Mio fratello ha grande rispetto per la mia professione, una grande fiducia".
Ma Diego ¨¨ determinato con lei cos¨¬ come appare in panchina?
"Noi picchiamo troppo... (ride, ndr). Siamo fratelli, quando c’¨¨ qualche questione da risolvere lui vorrebbe dire che cosa fare, ¨¨ un terreno caldo. Lui mette grinta in tutto, sempre. Alla fine, per¨°, sulle cose che riguardano il mio lavoro mi lascia fare".
Poteva lasciare l’Atletico Madrid invece avete rinnovato il contratto.
"La passione, alla fine, vince sempre. Sono sette anni che Diego ¨¨ all’Atletico Madrid. Lui ¨¨ uno dei migliori allenatori al mondo, ma rimane dove crede che ci sia ancora da fare. E io lo accompagno: se lui va, io lo seguo".
In Italia il suo nome resta sempre caldo. Che cosa pensa di un suo possibile approdo all’Inter in futuro?
"Prima o poi... lo ha detto pure Diego. Credo che sar¨¤ questione di tempo, gli piace tanto il posto, l’ambiente, vivere a Milano. L’Inter ¨¨ una squadra che gli piacerebbe tanto allenare. Ma ¨¨ rimasto molto legato anche alla Lazio".
Come ¨¨ il suo rapporto con Giovanni? ? pi¨´ affettivo o professionale?
"? il mio primo nipote, ho un grande affetto per lui. Sono la sua madrina e gli ho trasmesso la passione per la lettura. Si interessa di tutto, non soltanto di calcio".
Le chiede consigli?
"Su questioni di campo? No, prima di me c’¨¨ sempre Diego. Di calcio parla con il suo pap¨¤, ¨¨ il numero uno per noi in queste cose".
Dopo il periodo al Genoa adesso ¨¨ a Firenze per consacrarsi.
"Nella prima stagione con la maglia viola ha segnato 14 gol, non ci sono in giro molti numeri 9 con le sue caratteristiche. Sono arrivate due offerte importanti, ma si trova bene con la Fiorentina".
Qual ¨¨ stata la sua trattativa pi¨´ difficile?
"Il trasferimento di Diego dall’Estudiantes al River Plate, non volevano liberarlo. Io credo che la capacit¨¤ di ottenere risultati come agente di un calciatore non dipenda dall’essere donna o uomo, ma all’epoca trattare con una donna nel calcio non era come adesso. ? stato molto difficile, per¨° ammetto di essere stata brava".
Descriva il suo rapporto con l’Italia.
"La amo. Argentini e italiani sono simili. Mia nonna era di Roccamonfina in provincia di Caserta. Si arrabbiava con noi quando, da bambini le rompevano le piante giocando a pallone. Urlava in italiano e ci mordeva la mano".
Preferisce Firenze o Milano?
"Sicuramente Firenze, mi piace tanto la sua cultura e i posti da vedere. Molto bella".
A Buenos Aires di cosa si occupa oltre al calcio?
"Sono molto impegnata. Sono presidente della commissione etica Conmebol (la Confederazione calcistica sudamericana), mediatore pubblico, avvocato di diritto sportivo. Ogni mese e mezzo viaggio per l’Europa, buona parte del tempo la passo in aereo pi¨´ che a Buenos Aires. Mio figlio Francesco, 8 anni, gioca come centravanti nel St. Thomas, la squadra del quartiere dove abito. Sta iniziando, diventer¨¤ grandissimo, lo lascio fare. Voglio che sia felice, senza pressioni".
Lavoro e famiglia coincidono in tutto?
"No. Il segreto ¨¨ il rispetto delle parti. Io non direi mai una cosa della squadra a Diego, non ¨¨ il mio mestiere. Il segreto ¨¨ scindere il lavoro dalla famiglia".
Suggerisca un affare, un giovane giocatore argentino, a un club italiano.
"C’¨¨ un giovane che gioca al River Plate, Giuliano Simeone, ha 15 anni, ¨¨ il terzo figlio di Diego, ma ¨¨ il pi¨´ bravo di tutti. Lo fanno giocare da centravanti, ma mi sembra pi¨´ un 7 che un 9".
Se dovesse consigliare un libro da leggere a Diego e Giovanni?
"A mio nipote proporrei 'El hombre en busca de sentido', di Viktor Frankl, perch¨¦ lui sta cercando il senso della vita. Per Diego ¨¨ pi¨´ difficile, posso pensarci un po’?" .
Alessandro Russo
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