Luciano: "Cambiai nome ed et¨¤ per giocare. Ho confessato pensando a Dio"
P rima di tutto era un reato. E poi anche una cosa difficilissima da gestire: vivere la propria vita con lĄŻidentit¨¤ di unĄŻaltra persona, nome diverso, data di nascita diversa. Per farlo, era meglio andare il pi¨´ lontano possibile perch¨Ś vicino a casa qualcuno sapeva. Ma lĄŻaltra parte del mondo non era un posto sufficientemente distante, perch¨Ś la coscienza non ha passaporto e non ha bisogno di prendere un aereo: viaggia con te e non ti abbandona mai. Se la ascolti, sei fregato. Se non la ascolti, la senti bussare. E prima o poi apri. La storia di Luciano Siqueira de Oliveira, che per qualche anno visse come Eriberto Concei?ao da Silva, sembra una sceneggiatura da film e probabilmente nellĄŻera dei social sarebbe venuta a galla in fretta: un selfie, un post e addio al bluff che sconvolse il calcio italiano. Ma a cavallo del Duemila, senza smartphone e la bramosia di farsi comunque i fatti degli altri, lĄŻinganno riusc¨Ź a reggere e chiss¨¤ quanto sarebbe durato se non fosse stato proprio lui, il protagonista, a sfogarsi raccontandolo. Vale la pena rileggere tutto partendo dallĄŻinizio, altrimenti non si riesce a capire davvero.?