Da Diego, al Pipita e Kvara: l'addio dei campioni a Napoli, tra rimpianti, lacrime, veleni
Andarsene da Napoli ¨¨ sempre una questione complicata. Nell¡¯onda violenta dei ricordi che assalgono chiunque dia le spalle al golfo - gente comune, campioni di acclarata fama - combattono le ineluttabili ragioni dell¡¯addio e il timore di un rimpianto. Fatale ¨¨ l¡¯intreccio dei sentimenti che si agitano in quel territorio malmostoso dove chi resta - ¨¨ ill destino - rimprovera qualcosa a chi parte. Sta girando in rete in queste ore l¡¯accorato addio di Kvaratskhelia a Napoli, un vero e proprio film girato sul crinale della commozione - tenete i kleenex a portata di mano - con un¡¯enfasi che appare sempre sincera, ma talvolta ridondante. Kvara se ne va ¡°portando via l¡¯amore¡± e ¡°ripercorrendo il cammino che abbiamo vissuto insieme¡±, passeggia in slow motion sul prato del Maradona sotto la pioggia, abbracciato alla compagna; porta il figliolo di pochi mesi in contemplazione del suo armadietto, va egli stesso - con mossa furbacchiona assai - a rendere omaggio al murale di Diego ai Quartieri spagnoli, infine allude a una verit¨¤ taciuta, un¡¯epifania non ancora rivelata: ¡°Un giorno racconter¨°¡¡±. E insomma, ammanta di epica da ¡°Signore degli anelli¡± il suo trasferimento a Parigi.?